mercoledì 28 ottobre 2009

SULLA PACE

Non c'è strada che porti alla pace che non sia la pace, l'intelligenza e la verità. GANDHI

                             http://lamarciamondialeperlapace.org/

DOVETE ASCOLTARMI

Io andai cantando errante
tra le uve
d'Europa
e sotto il vento,
sotto il vento in Asia.

Il meglio delle vite
e della vita,
la dolcezza della terra,
la pace pura,
andai raccogliendo, errante
raccogliendo.

Il meglio di una terra
e dell'altra
ho innalzato nella mia bocca
con il mio canto:
la libertà del vento,
la pace tra gli acini.

Sembravano gli uomini
nemici,
ma la stessa notte
li copriva
ed era lo stesso chiarore
quello che li svegliava:
il chiarore del mondo.

Io entrai nelle case quando
mangiavano intorno al tavolo,

tornavano dalle fabbriche,
ridevano e piangevano.

Tutti erano uguali.

Tutti  tenevano gli occhi
rivolti alla luce, cercavano
il cammino.

Tutti avevano bocca,
cantavano
rivolti alla primavera.

Tutti.

Per questo
io cercai tra le uve
e il vento
il meglio degli uomini.

Adesso dovete ascoltarmi.

PABLO NERUDA

Ci sono cose per cui sono disposo a morire, ma non ce n'è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere". GANDHI

Questo è un momento perfetto/ è un momento perfetto per molte ragioni 
ma soprattutto perché tu ed io/ci stiamo svegliando
dalla nostra complicità sonnambula, tonta, ciucciadito
con i maestri dell'illusone e della distruzione.

Grazie a loro, da cui fluiscono queste benedizioni
dolorose, ci stiamo svegliando.

Grazie a loro, da cui trasudano questi spaventosi insegnamenti,
ci stiamo svegliando.

Le loro guerre e torture,/ i loro diavoli e confini,
estinzioni di specie/ e malattie nuove di zecca,
il loro spiare e mentire/ in nome del padre,
sterilizzando semi/e brevettando l'acqua,
rubandoci i nostri sogni e/ cambiando i nostri nomi,
i loro brrillanti spot pubblicitari,/le loro continue prove generali
per la fine del mondo.

Grazie a loro, da cui fluiscono queste benedizioni
dolorose,/ci stiamo svegliando.

Grazie a loro, da cui trasudano questi spaventosi insegnamenti,
ci stiamo svegliando.

Le loro dolorose benedizioni/ stanno squarciando
quell'allucinazione di massa/amara e raggrinzita
erroneamente chiamata realtà.

Cominciano ad arrivare a valanga/ notizie sull'autentica casa dell'anima,
infitrandosi nei nostri sogni ad occhi aperti/ sempre più lucidi.

L'eternità selvaggia matura e succosa/ ci inonda.

I nostri alleati/ dall'altra parte del velo
ci raggiungono a sciame.

Ci stiamo svegliando.

E come il cielo e la terra si incontrano,/ come il sogno e la veglia si mescolano,
come il paradiso e gli inferi si intersecano,/ notiamo il fatto esilirante e scioccante
che tocca a noi decidere, a me e a te -/ come costruire un mondo nuovo di zecca.
Non in qualche lontano futuro o luogo distante,/ ma proprio qui e ora.

Siamo sull'orlo di un precipizio,/ danziamo proprio sul bordo,
e non possiamo permettere a questi folli che governano un mondo morente
di portare avanti i loro sortilegi.

Dobbiamo insorgere e combattere la loro logica malata;
sfidare, resistere e fermare la loro tragica magia;/ scatenare la nostra ira sacrosanta e fargliela sentire.

Ma aver la meglio sui morti viventi non è sufficiente.
Protestare contro i mostri in doppiopetto non è sufficiente.
Non possiamo permetterci di esser consumati dall'ira -
non possiamo essere ossessionati e posseduti da lamenti.
I nostri dolci corpi animali/ hanno bisogno di felicità turbolente.
La nostra stupefacente immaginazione/ ha bisogno di nutrirsi con compiti
che stimolino il nostro diletto.

Abbiamo bisogno di verità allo stato selvaggio,
una bellezza insurrezionale/ che ecciti la nostra curiosità,
una bontà oltraggiosa/ che ci porti a compiere
atti eroici di appassionata compassione,/ un amore ingegnoso
che ci trasformi senza tregua,/ una libertà astuta/ che non sia mai permanente
ma da afferrare e reinventare ogni giorno,/ e di una giustizia-totalmente-seria-ma-sempre-ridente
che progetti e sogni/ come diminuire la sofferenza/ e accrescere la gioia
di ogni essere senziente.

Così sono radicalmente curiosa, compagni miei creatori;/ sul serio in delirio:
visto che tocca a noi/ costruire un Mondo Nuovo di Zecca,
da dove cominciamo?

Quali verità allo stato selvaggio/ pensiamo di piantare al cuore/ della nostra creazione?
Quali storie saranno i nostri pro-memoria?/ Quali domande ci alimenteranno?

Eccotene una:/ nel Mondo Nuovo/ saprai con tutto te stesso
che la vita è pazzamente innamorata di te-
la vita è selvaggiamente e innocentemente innamorata di te.

Nel Nuovo Mondo/ saprai al di là di ogni dubbio
che migliaia di alleati nascosti/ stanno dandosi da fare per farti diventare
quella bellissima curiosa creatura/ cui sei destinato per nascita.

Ma poi arriva la domanda fatale:/ l'amore con cui la vita etenamente ti inonda
non è stato corrisposto al suo meglio,/ ma c'è ancora modo per mostrarsi più espansivi.
Se la vita è selvaggiamente e innocentemente innamorata di te,
sei pronto a cominciare ad amare la vita così come essa ti ama?

Nel Mondo Nuovo lo farai.

Nel Mondo Nuovo,/  rigetterai la paranoia con tutta l'intelligenza del tuo cuore.
E abbraccerai la Pronoia, che è l'opposto della paranoia.
Pronoia è il vago sospetto/ che tutto il mondo vivente
sta cospirando per inondarti di felicità turbolente.
Pronoia è la percezione emergente/ che la vita è una cospirazione
pe liberarti dall'ignoranza,/ e riempirti d'amore,/ e farti spirito risplendente.

Compagni miei creatori,/ voglio che sappiate/ che sono allergica ai dogmi.
Non ho fiducia in alcuna idea/ che richieda fede assoluta.
Ci sono molte poche cose/ di cui sono certa.

Ma sono assolutamente sicura/ che la Pronoia descrive il mondo com'è.
La Pronoia è più umida dell'acqua,/ e se ora chiudi gli occhi,
ne percepirai il tremulo scintillare/ nel tuo morbido caldo corpo animale/ come un'aurora boreale.

La roba dolce che appaga le tue voglie/ non è chissà dove in qualche altro spazio e tempo.
E' proprio qui e ora.

La terra è ricolma di paradiso.

                                             RACHEL CORRIE (2003)
Questa è l'ultima poesia di Rachel. Studentessa pacifista statunitense, uccisa a Gaza da un buldozer israeliano, mentre tentava di bloccare l'abbattimento di una casa palestinese.





LA COSA PIU' BELLA

Quale la cosa più bella
sopra la terra bruna? Uno dice "Una torma
di cavalieri", uno "di fanti", uno "di navi".
Io, "ciò che s'ama".

Farlo capire a tutti è così semplice!
Ecco: la donna più bella del mondo, Elena, abbandonò
il marito (era un prode) e fuggì

verso Troia, per mare.
E non ebbe un pensiero per sua figlia,
per i cari parenti: la travolse
Cipride nella brama.

...................
anche in me d'Anattoria
ora desta memoria, ch'è lontana.

Di lei l'amato incedere, il barbaglio
del viso chiaro vorrei scorgere
più che i carri dei Lidi e le armi
grevi dei fanti.

SAFFO
traduzione Filippo Maria Pontani

Chi vede come noi uomini siamo fatti e pensa che la guerra è bella o che valga più della pace, è storpio di mente. CARTESIO

SE VIENE LA GUERRA NON PARTIRO' SOLDATO

Se viene la guerra
non partirò soldato.

Ma di nuovo gli usati treni
porteranno i giovani soldati
lontano a morire dalle madri.

Se viene la guerra
non partirò soldato.

Sarò traditore
della vana patria.

Mi farò fucilare
come disertore.

Mia nonna da ragazzino
mi raccontava:
"Tu ancora non eri nato. Tua madre
ti aspettava. Io già pensavo
dentro il rifugio osceno
ma caldo di tanti corpi, gli uni
agli altri stretti, come tanti
apparenti fratelli, alle favole
che avrebbero portato il sonno
a te, Dio non voglia!,
non veda più guerre".

DARIO BELLEZZA

Disprezzo profondamente chi è felice di marciare nei ranghi e nelle formazioni militari al seguito di una musica: costui solo per errore ha ricevuto un cervello; un midollo spinale gli sarebbe più che sufficiente. ALBERT EINSTEIN

IL SANGUE

Chi può versare
Sangue nero
Sangue giallo
Sangue bianco
Mezzo sangue?

Il sangue non è indio, polinesiano o inglese.

Nessuno ha mai visto
Sangue ebreo
Sangue cristiano
Sangue musulmano
Sangue buddista

Il sangue non è ricco, povero o benestante.

Il sangue è rosso

Disumano è chi lo versa
Non chi lo porta.

NDJOCK NGANA (Camerun 1952)

OPERAIO IN UNA FABBRICA D'ARMI

Non influisco sul destino
del globo,
non sono io che incomincio
le guerre.
Sono con te o contro di te -
non lo so. Non
pecco.
Tornisco minuscole viti e
preparo frammenti
di devastazione,
e non abbraccio l'insieme,
non abbraccio il destino
dell'uomo.
Io potrei creare un altro
insieme,
altro destino (ma come
farlo senza frammenti)
di cui io stesso,
come ogni altro uomo,
sarei la causa integra
e sacra 
che nessuno distrugge
con le azioni,
né inganna con le parole.
Il mondo che io creo non è
buono
eppure non sono io che lo
rendo malvagio!
Ma questo basta?

KAROL WOJTYLA (1957)

Il capitalismo porta con sè la guerra, come le nuvole portano con loro la pioggia. JEAN JAURES

PROMEMORIA

Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
peparare la tavola,
a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.

Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.

GIANNI RODARI

BAMBINO DELLA GUERRA

Bambino della guerra
i tuoi occhi sono inquieti e il tuo cuore
batte forte.
Piccolo monello rotto di freddo
sotto il muro sfondato della casa senza finestre
tu tremi
io avrei voluto
riscaldare il tuo magro corpo ghiacciato e tremante
e come una bella storia - c'era una volta -
sotto le ceneri della terrazza in rovina
apparecchiarti la tavola.

Fouzieh Rahgozar
poetessa afgana contemporanea


E' con i poveri, che i ricchi fanno la guerra. LUIS  BLANC



.....Corro e busso alla porta di un'isba. Entro.
      Vi sono dei soldati russi, là. Dei prigionieri? No. Sono armati. Con la stella rossa sul berretto! Io ho in mano il fucile. Li guardo impietrito. Essi stanno mangiando intorno alla tavola. Prendono il cibo con il cucchiaio di legno da una zuppiera comune. E mi guardano con i cucchiai sospesi a mezz'aria. - Mnié khocestsia iestj, - dico. Vi sono anche delle donne. Una prende un piatto, lo riempie di latte e miglio, con un mestolo, dalla zuppiera di tutti, e me lo porge.  Io faccio un passo avanti, mi metto il fucile in spalla e mangio. Il tempo non esiste più. I soldati russi mi guardano. Le donne mi guardano. I bambini mi guardano. Nessuno fiata. C'è solo il rumore del mio cucchiaio nel piatto. E d'ogni mia boccata. - Spaziba, - dico quando ho finito. E la donna prende dalle mie mani il piatto vuoto. -Pasausta, - mi risponde con semplicità. I soldati russi mi guardano uscire senza che si siano mossi. Nel vano dell'ingresso vi sono delle arnie. La donna che mi ha dato la minestra, è venuta con me per aprirmi la porta e io le chiedo a gesti di darmi il favo di miele per i miei compagni. La donna mi dà il favo e io esco.
       Così è successo questo fatto. Ora non lo trovo affatto strano, a pensarvi, ma naturale di quella naturalezza che una volta dev'essere stata tra gli uomini.
         Dopo la prima sorpresa tutti i miei gesti furono naturali, non sentivo nessun timore, nè alcun desiderio di difendermi o di offendere. Era una cosa molto semplice. Anche i russi erano come me, lo sentivo. In quell'isba si era creata tra me e i soldati russi, e le donne e i bambini un'armonia che non era un armistizio. Era qualcosa di molto più del rispetto che gli animali della foresta hanno l'uno per l'altro. Una volta tanto le circostanze avevano portato gli uomini a saper restare uomini.
         Chissà dove saranno ora quei soldati, quelle donne, quei bambini. Io spero che la guerra li abbia risparmiati tutti. Finché saremo vivi ci ricorderemo, tutti quanti eravamo, come ci siamo comportati. I bambini specialmente. Se questo è successo una volta potrà tornare a succedere. Potrà succedere, voglio dire, a innumerevoli altri uomini e diventare un costume, un modo di vivere..                                              

MARIO RIGONI STERN da "Il sergente nella neve" pag.132/133.

NASCERANNO UOMINI MIGLIORI

Nasceranno da noi
uomini migliori.
La generazione
che dovrà venire
sarà migliore
di chi è nato
dalla terra,
dal ferro e dal fuoco.
Senza paura
 e senza troppo riflettere
i nostri nipoti
si daranno la mano
e rimirando
le stelle del cielo
diranno:
"Com'è bella la vita!"
Intoneranno
una canzone nuovissima,
profonda come gli occhi dell'uomo
fresca come un grappolo d'uva
una canzone libera e gioiosa.
Nessun albero
ha mai dato
frutti più belli.
E nemmeno
la più bella
delle notti di primavera
ha mai conosciuo
questi suoni, questi colori.
Nasceranno da noi
uomini migliori.
La generazione
che dovrà venire
sarà migliore
di chi è nato
dalla terra,
dal ferro e dal fuoco

NAZIM HIKMET


Lontana da me, ma sempre in fondo al mio cuore, è rimasta una strada azzurra e lì un palazzo rosso, dove io vivevo.
Lì sono rimasti i miei pensieri e i miei desideri, sparsi qua e là, per una strada azzurra.
Sono rimasti i miei primi passi, gli anni di ragazza e quelle delle scuole, le passeggiate, le risate, la vita. E' rimasto tutto ciò che ho amato, di cui mi rallegravo, per cui vivevo.
E' restato tutto là .... per cosa?
Non capirò mai perchè le persone sparano, gli uni sugli altri, il vicino al vicino, l'amico all'amico, e solo perché siamo serbi, croati o musulmani.
E tutti camminano sulla stessa terra, lo stesso sole ci riscalda, respiriamo la stessa aria.
Voglio dimenticare tutto il male, ma il dolore rimane.
Tutto fa male, il cuore sanguina, non c'è più gioia nei miei occhi, tristezza e malinconia hanno preso il suo posto. Nel mio cuore resta la strada azzurra, resta il ricordo. Io ricordo soltanto!
Non sarà mai più come prima, e non sono le stesse persone, dove vivo. Non arrivano a capire, a sentire il mio dolore. Te ne accorgi dai loro sguardi attoniti, i loro sorrisi cinici, di incomprensione.
Nessuno può capire che sono dovvuta partire, perché non potevo restare.
E ora, voglio solo chiedere a queste persone perchè li disturbava la mia felicità e una piccola strada blu.
                                                                                                      Trkulja Ljiljana
                                                                                               (Tuzla - Kamp Mala Krsna 11313)

Questo è uno dei tanti scritti raccolto nei campi profughi dalle donne in nero di Belgrado.
La donne in nero sono in tutto il mondo e operano per la pace in situazioni di guerra.

Questa sera, 30 novembre 2009, il prof. Veronesi è stato ospite della trasmissione televisiva "Che tempo che fa" dove è stata data notizia del convegno, degli scienziati di tutto il mondo, per la pace, che si terrà a Milano in novembre, ed afferma, oltre ad altre ed imortanti considerazioni, che saranno le donne il motore trainante per espandere e consolidare in modo radicale il concetto culturale e antropologico della pace. (Vogliamo credere in questo messaggio di speranza).


Ti sorpenderesti amico mio,
a sapere che a questo mondo
ogni arma è stata bandita.
Il razzismo stolido e bieco
è stato estirpato!
Giustizia e libertà
finalmente hanno prevalso.
L'obbedienza compiacente ed ipocrita
su questa terra non è più una virtù.
I ricchi in questo giorno straordinario
stanno dividendo in parti uguali
i loro averi
e lasciando con un palmo di naso
i menagramo saccenti ne fanno partecipi
i diseredati più poveri.
Filamente, amico mio,
legge è diventata soltanto
pace e solidarietà
senza mercede.
Non ti sorprendere, amico mio, così tanto!
stavo solo scherzando!
stavo portandoti in giro.
Devi sapere che l'arroganza dei disonesti
in questi tempi bui domina e ammalia
con una spudoratezza mai vista,
l'arrivismo più bieco,
la superbia di sempre.
Ormai ti troveresti persino in difficoltà
a capire e a parlare:
il potere riesce a stravolgere con impudenza
anche il senso delle parole:
pace è diventata
guerra continua,
la tortura è entrata a far parte
della nostra etica più avanzata.
Assolutamente sorprendente
ormai è diventato soltanto
immaginare un mondo diverso:

                                                                                               Elementare nella sua semplice ragionevolezza
il mondo che con ingenuità inestimabile
io e te, amico mio,
volevamo apprestare un giorno,
con generosità,
alla gentilezza.

PAOLO BORSONI
da: "NOI CHE VOLEVAMO APPRESTARE IL MONDO  ALLA GENTILEZZA"
Questo sito è una scatola magica













Bisogna convertire l'avversario ad aprire le sue orecchie alla voce della ragione. GANDHI

SCIENZE for PEACE
Prima conferenza mondiale
20 - 21 novembre 2009
vedi su: http://www.avoicomunicare.it/

domenica 25 ottobre 2009

DAL BRASILE CON AMORE

Una storia tutta brasiliana
Incomincia cosi: They De Almeida Vianna Bertorello, alcuni decenni or sono, al tempo dei colonnelli in Brasile, fu "solo" espulsa (in virtù della posizione che occupava la sua famiglia) dal paese per "futili" motivi politici.
Abitò ed ebbe famiglia in Italia, a Pecetto torinese (il bellissimo paesino delle cilige) (e anche di Baricco).
Verso gli anni 80/90 conobbe Luigi Tribaudino, poeta e presidente fondatore dell'Associazione Culturale Due Fiumi, il quale lesse le poesie scritte da They e trovandole belle e aprezzando il fatto che fossero scritte in lingua italiana (madre lingua di They è il portoghese) le consigliò di pubblicarle.
They confortata dalle parole di Tribaudino continuò a scrivere e pubblicò le sue poesie. Nacque così una bella collaborazione con l'associazione stessa.
Da una decina d'anni, They è tornata in Brasile insieme al marito il quale di lì a poco, per motivi gravi di salute lasciò sola They in questa vita terrena.
They intanto si era prodigata dedicandosi al volontariato aiutando i ragazzi studenti-lavoratori della scuola di Agua de Santa Barbara.
L'associazione con la quale aveva tenuto i contatti anche da lontano, organizzò, nella persona di Enrico Mario Lazzarin, delle serate al teatro Garibaldi di Settimo torinese, per raccogliere fondi da inviare in  Brasile. They organizzò anche un concorso di poesia per i ragazzi della scuola. Tutto materiale che inviò qui all'associazione. Insomma ci fu un bello scambio e culturale e umanitario fino a quando per oscure ragioni, non si sa come e perché, They sparì nel nulla.

Se la più grande avventura ...
...è trovare il proprio posto
nel grande cerchio della vita,
l'ho vissuta:
l'ho trovato in me stessa.
So, adesso, di essere
quella che sono:
Animus ed Anima,
maliziosa ed innocente,
vecchia e bambina;
io sono io:
libera e ribelle,

non quella che vorrebbero
che io fossi.
Non quella che vogliono
che io sia.
Io sono io,
con la mia faccia scura,
con la mia faccia luminosa.
Io ancora io,
incongruente
capricciosa
strega e folletto ...
Io sono io. 


They                                                                                        
               
 LE POESIE   DEL CONCORSO                                   



Lassù sul monte
nasce il maestoso fiume
che s'espande nella foresta.
Nasce nell'umiltà,
ma è pieno di vita.
E' un filo d'acqua così sottile
che scivola piccolino
sulla terra.
Fiume di bellezza
dove gli animali si dissetano
e sulla cui riva nascono i fiori.
Fammi avere, fiumicino,
sentimenti di tenerezza,
sentimenti d'amore
                                                                        per la nostra natura
che ci riempie di bellezza
e ci cancella la tristezza
col profumo d'un fiore.
Fiume fammi avere nuovamente
il ricordo di un popolo
che prima ti proteggeva
e che da te prendeva la vita.
Il soffiare del vento però
ha fatto si che il proprio tempo
si scordasse si questo popolo.


Aparecido Moreira (12 anni - classe 7^/B)
Questo ragazzino lavora il pomeriggio vendendo panini per la strada. E' anche molto bravo in disegno. E' solo, suo padre se n'è andato ... They sta cercando di procurargli una borsa di studio.
Della poesia pensa: "Mi piace leggere poesie tutte le volte che non ho nulla da fare. Il mio poeta preferito è Vinicius de Moraes. Un genio della letteratura.

LA NATURA


La natura è una cosa bella,
il verde degli alberi,
il rosso dei fiori,
gli uccelli con i loro piccoli,
gli animali e altre cose ancora.
L'uomo la sta distruggendo,
lei sta morendo e morendo scomparirà.
E' questo il problema della natura,
ma lei è forte e sopravviverà.
E' questa la natura.


Heber Vinicius Funchal (Asa Branca) anni 11 - classe 5^/B
Vive con la madre e la nonna. Secondo They la sua età mentale è di venti anni. Il suo poeta preferito è Vinicius De Moraes.

L'UOMO      
                                                                                                                                                           
L'uomo si innamora.
L'uomo si fidanza.
L'uomo si sposa.
L'uomo si riproduce.
L'uomo insegna.
L'uomo apprende cose nuove.
L'uomo muore.
Il figlio dell'uomo s'innamora ....

IL BRASILE SI EVOLVE? 

Il Brasile si evolve ogni anno.
Il Brasile si evolve ogni secondo.
Il Brasile si evolve ogni millennio.
Il Brasile si evolve ogni minuto.



Raissa R.C. Carvalho (Assiar) anni 11 - classe 5^/B -  Poeta preferito Vinicius de Moares


IL MODO DIFFERENTE

Essere elegante
dipende dall'opinione,
quello che molti trovano brutto
per altri è sensazionale.
Per essere veramente bello,
tutti lo sanno molto bene,
basta essere veri
senza imitare nessuno.
Non importa se si è brutti,
né se si è dei fusti,
quel che conta è la ricchezza,
il tesoro più importante
che è il cuore.
Ognuno di noi possiede
il suo modo d' essere.
L'impotante nella vita
è studiare e imparare a crescere.


Vanessa Aparecida Guerrino - anni 12 - classe 6^/B (Ha una voce bellissima - il prossimo anno studierà l'inglese)
Poeta preferito: Vinicius de Moraes

CAVALLINO DEI PENSIERI


La ragazza sulla giostra
vola con l'immaginazione,
va lontano, lontano ...
Ha l'impressione di libertà,                                                                   
di realtà.,
è libera di sognare
nel saliscendi, senza fermarsi.
La ragazza galoppa così,
nel sentiero dei pensieri,
nel saliscendi senza fine.


Marian Maecusso Cunha - anni 11 - classe 5^/B

TE

Ad ogni momento ... un'azione
Ad ogni azione ... un pensiero
Ad ogni pensiero ... una nostalgia
Ad ogni nostalgia ... un perché
Ad ogni perché ... una risposta
Ad ogni risposta ... te
Ad ogni te ... una vita
Ad ogni vita ... un sapere
Ad ogni sapere ... una certezza
E' la certezza di ... amarti.

Vaidineide C. Miranda - anni 13 - classe 6^/D

Abita lontano da Aguas de Sta. Barbara, in un podere dove lavora suo padre.
Della poesia dice: "Per me la poesia è una cosa che non si può spiegare, ma si mescola con i miei sentimenti. la poesia dice quello che la gente sente sull'amore, la pace, la felicità, etc. Io preferisco leggere poesia piuttosto che restare sulla strada. Io non ho un poeta preferito, ne amo tanti.

500 ANNI DI ANGOSCIA

1500, il grande inizio della dominazione,
forzarono "gli indios" a dimenticare,
a lasciare la loro religione.
E tra gli indios ci fu molta ribellione.
Furono decimati senza remissione,
questo si è ripetuto per molti anni.
Ancora oggi qualcuno pensa che gli indios
siano animali senza cuore.

Walter De Oliveira trindade - anni 11 - classe 5^/B

MAMMA

Ogni giorno lei entra nella mia stanza,
mi augura un buon giorno e mi fa felice.
Lei è affettuosa e buona,
è sempe con me,
m'insegna la strada he devo seguire.
Mamma il tuo voto è "10"
ti amo dal profondo del mio cuore,
tu sei un angelo caduto dal cielo,
un regalo che Dio mi ha fatto.
Per questo mamma adorata
voglio ringraziarti
per avermi fatto tanto amata
importante e felice.

Maria Amelia Glaser - anni 12 - classe 6^/A

IL FIORE

Nel freddo mattino
mi sono svegliata, ho aperto la finestra,
ho visto un fiore che mi sorrideva.

IL FUMETTO

Mi svegliai all'alba,
con la voglia di leggere un fumetto.
Ho acceso la luce
e ho iniziato a leggere.
Subito, PLAF.
La rivista mi cade in terra
 e subito m'addormento.

Fabriella Nunes (Magali) anni 11 - classe^/B

POESIA

Poesia grande, piccola.
Poesia corta, lunga.
Poesia che esprime
un racconto d'amore,
un racconto delicato.
Dedicato all'amore,
dedicato alla sofferenza,
all'angoscia che ferisce
e che si sente dentro.

Cuore ferito,
cuore prigioniero,
cuore poetico.
Poetico perchè tutto dice,
momento, minuto,
ora, secondo,
giorno dopo giorno.
Questi giorni in cui sognavo,
sognavo e sorridevo,
sognavo allegra, perché lo vedevo.

Quando lo vedo
s'accorda la luce del sole,
s'accorda la luce del giorno,
s'accordano alla sofferenza
e tutto è tristezza e allegria.

Maria Das Neves Costa Silva - anni 16 - classe 8^
Di giorno lavora in ristorante, di sera studia. 



VINICIUS DE MORAES

Resta, al sommo di tutto, questa capacità di tenerezza
Questa perfetta intimità con il silenzio
Resta questa voce intima che chiede perdono di tutto:
- Pietà! perché essi non hanno colpa d'essere nati ...

Resta quest'antico rispetto per la notte, questo parlar fioco
Questa mano che tasta prima di stringere, questo timore
Di ferire toccando, questa forte mano d'uomo
Piena di dolcezza verso tutto ciò che esiste.

Resta quet'immobilità, questa economia di gesti
Quest'inerzia ogni volta maggiore di fronte all'infinito
Questa balbuzie infantile di chi vuol esprimere l'inesprimibile
Questa irriducibile ricusa della poesia non vissuta.

Resta questa comunione con i suoni, questo sentimento
Di materia in riposo, questa angustia della simultaneità
Del tempo, questa lenta decomposizione poetica
In cerca d'una sola morte, un solo Vinicius.

Resta questo cuore che brucia come un cero
In una cattedrale in rovina. Questa tristezza
Davanti al quotidiano: o quest'improvvisa allegria
Di sentir passi nella notte che si perdono senza memoria ...

Resta questa voglia di piangere davanti alla bellezza
Questa collera di fronte all'ingiustizia e all'equivoco
Questa immensa pena di se stesso, questa immensa
Pena di se stesso e delle sua forza inutile.

Resta questo sentimeno dell'infanzia sventrato
Di piccole assurdità, questa sciocca capacità
Di rider per niente, questo ridicolo desiderio d'esser utile
E questo coraggio di compromettersi senza necessità.

Resta questa distrazione, questa disponibilità, questa vaghezza
Di chi sa che tutto è già stato come è nel tornar ad essere
E allo stesso tempo questa volontà di servire, questa contemporaneità
Con il domani di quelli che non ebbero ieri né oggi.

Resta questa incoercibile facoltà di sognare
Di trasformare in realtà, dentro questa incapacità
Di non accettare se non come è, e quest'ampia visione
Degli avvenimenti, e questa impressionante 

 E non necessaria prescienza, e questa memoria anteriore
Di monti inesistenti, e questo eroismo
Statico, e questa piccolissima luce indecifrabile
Cui i poeti a volte danno il nome di speranza.

Resta questo desiderio di sentirsi uguali a tutti
Di riflettersi in sguardi senza curiosità e senza storia
Resta questa povertà intrinseca, questa vanità
Di non voler essere principe se non del proprio regno.

Resta questo dialogo quotidiano con la morte, questa curiosità
Di fronte al momento a venire, quando, di fretta
Ella verrà a socchiudermi la porta come una vecchia amante
Senza sapere che è la mia ultima innamorata.