SULLA PACE
Non c'è strada che porti alla pace che non sia la pace, l'intelligenza e la verità. GANDHI
DOVETE ASCOLTARMI
Io andai cantando errante
tra le uve
d'Europa
e sotto il vento,
sotto il vento in Asia.
Il meglio delle vite
e della vita,
la dolcezza della terra,
la pace pura,
andai raccogliendo, errante
raccogliendo.
Il meglio di una terra
e dell'altra
ho innalzato nella mia bocca
con il mio canto:
la libertà del vento,
la pace tra gli acini.
Sembravano gli uomini
nemici,
ma la stessa notte
li copriva
ed era lo stesso chiarore
quello che li svegliava:
il chiarore del mondo.
Io entrai nelle case quando
mangiavano intorno al tavolo,
tornavano dalle fabbriche,
ridevano e piangevano.
Tutti erano uguali.
Tutti tenevano gli occhi
rivolti alla luce, cercavano
il cammino.
Tutti avevano bocca,
cantavano
rivolti alla primavera.
Tutti.
Per questo
io cercai tra le uve
e il vento
il meglio degli uomini.
Adesso dovete ascoltarmi.
PABLO NERUDA
Ci sono cose per cui sono disposo a morire, ma non ce n'è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere". GANDHI
Questo è un momento perfetto/ è un momento perfetto per molte ragioni
ma soprattutto perché tu ed io/ci stiamo svegliandodalla nostra complicità sonnambula, tonta, ciucciadito
con i maestri dell'illusone e della distruzione.
Grazie a loro, da cui fluiscono queste benedizioni
dolorose, ci stiamo svegliando.
Grazie a loro, da cui trasudano questi spaventosi insegnamenti,
ci stiamo svegliando.
Le loro guerre e torture,/ i loro diavoli e confini,
estinzioni di specie/ e malattie nuove di zecca,
il loro spiare e mentire/ in nome del padre,
sterilizzando semi/e brevettando l'acqua,
rubandoci i nostri sogni e/ cambiando i nostri nomi,
i loro brrillanti spot pubblicitari,/le loro continue prove generali
per la fine del mondo.
Grazie a loro, da cui fluiscono queste benedizioni
dolorose,/ci stiamo svegliando.
Grazie a loro, da cui trasudano questi spaventosi insegnamenti,
ci stiamo svegliando.
Le loro dolorose benedizioni/ stanno squarciando
quell'allucinazione di massa/amara e raggrinzita
erroneamente chiamata realtà.
Cominciano ad arrivare a valanga/ notizie sull'autentica casa dell'anima,
infitrandosi nei nostri sogni ad occhi aperti/ sempre più lucidi.
L'eternità selvaggia matura e succosa/ ci inonda.
I nostri alleati/ dall'altra parte del velo
ci raggiungono a sciame.
Ci stiamo svegliando.
E come il cielo e la terra si incontrano,/ come il sogno e la veglia si mescolano,
come il paradiso e gli inferi si intersecano,/ notiamo il fatto esilirante e scioccante
che tocca a noi decidere, a me e a te -/ come costruire un mondo nuovo di zecca.
Non in qualche lontano futuro o luogo distante,/ ma proprio qui e ora.
Siamo sull'orlo di un precipizio,/ danziamo proprio sul bordo,
e non possiamo permettere a questi folli che governano un mondo morente
di portare avanti i loro sortilegi.
Dobbiamo insorgere e combattere la loro logica malata;
sfidare, resistere e fermare la loro tragica magia;/ scatenare la nostra ira sacrosanta e fargliela sentire.
Ma aver la meglio sui morti viventi non è sufficiente.
Protestare contro i mostri in doppiopetto non è sufficiente.
Non possiamo permetterci di esser consumati dall'ira -
non possiamo essere ossessionati e posseduti da lamenti.
I nostri dolci corpi animali/ hanno bisogno di felicità turbolente.
La nostra stupefacente immaginazione/ ha bisogno di nutrirsi con compiti
che stimolino il nostro diletto.
Abbiamo bisogno di verità allo stato selvaggio,
una bellezza insurrezionale/ che ecciti la nostra curiosità,
una bontà oltraggiosa/ che ci porti a compiere
atti eroici di appassionata compassione,/ un amore ingegnoso
che ci trasformi senza tregua,/ una libertà astuta/ che non sia mai permanente
ma da afferrare e reinventare ogni giorno,/ e di una giustizia-totalmente-seria-ma-sempre-ridente
che progetti e sogni/ come diminuire la sofferenza/ e accrescere la gioia
di ogni essere senziente.
Così sono radicalmente curiosa, compagni miei creatori;/ sul serio in delirio:
visto che tocca a noi/ costruire un Mondo Nuovo di Zecca,
da dove cominciamo?
Quali verità allo stato selvaggio/ pensiamo di piantare al cuore/ della nostra creazione?
Quali storie saranno i nostri pro-memoria?/ Quali domande ci alimenteranno?
Eccotene una:/ nel Mondo Nuovo/ saprai con tutto te stesso
che la vita è pazzamente innamorata di te-
la vita è selvaggiamente e innocentemente innamorata di te.
Nel Nuovo Mondo/ saprai al di là di ogni dubbio
che migliaia di alleati nascosti/ stanno dandosi da fare per farti diventare
quella bellissima curiosa creatura/ cui sei destinato per nascita.
Ma poi arriva la domanda fatale:/ l'amore con cui la vita etenamente ti inonda
non è stato corrisposto al suo meglio,/ ma c'è ancora modo per mostrarsi più espansivi.
Se la vita è selvaggiamente e innocentemente innamorata di te,
sei pronto a cominciare ad amare la vita così come essa ti ama?
Nel Mondo Nuovo lo farai.
Nel Mondo Nuovo,/ rigetterai la paranoia con tutta l'intelligenza del tuo cuore.
E abbraccerai la Pronoia, che è l'opposto della paranoia.
Pronoia è il vago sospetto/ che tutto il mondo vivente
sta cospirando per inondarti di felicità turbolente.
Pronoia è la percezione emergente/ che la vita è una cospirazione
pe liberarti dall'ignoranza,/ e riempirti d'amore,/ e farti spirito risplendente.
Compagni miei creatori,/ voglio che sappiate/ che sono allergica ai dogmi.
Non ho fiducia in alcuna idea/ che richieda fede assoluta.
Ci sono molte poche cose/ di cui sono certa.
Ma sono assolutamente sicura/ che la Pronoia descrive il mondo com'è.
La Pronoia è più umida dell'acqua,/ e se ora chiudi gli occhi,
ne percepirai il tremulo scintillare/ nel tuo morbido caldo corpo animale/ come un'aurora boreale.
La roba dolce che appaga le tue voglie/ non è chissà dove in qualche altro spazio e tempo.
E' proprio qui e ora.
La terra è ricolma di paradiso.
RACHEL CORRIE (2003)
Questa è l'ultima poesia di Rachel. Studentessa pacifista statunitense, uccisa a Gaza da un buldozer israeliano, mentre tentava di bloccare l'abbattimento di una casa palestinese.
LA COSA PIU' BELLA
Quale la cosa più bella
sopra la terra bruna? Uno dice "Una torma
di cavalieri", uno "di fanti", uno "di navi".
Io, "ciò che s'ama".
Farlo capire a tutti è così semplice!
Ecco: la donna più bella del mondo, Elena, abbandonò
il marito (era un prode) e fuggì
verso Troia, per mare.
E non ebbe un pensiero per sua figlia,
per i cari parenti: la travolse
Cipride nella brama.
...................
anche in me d'Anattoria
ora desta memoria, ch'è lontana.
Di lei l'amato incedere, il barbaglio
del viso chiaro vorrei scorgere
più che i carri dei Lidi e le armi
grevi dei fanti.
SAFFO
traduzione Filippo Maria Pontani
Chi vede come noi uomini siamo fatti e pensa che la guerra è bella o che valga più della pace, è storpio di mente. CARTESIO
SE VIENE LA GUERRA NON PARTIRO' SOLDATO
Se viene la guerra
non partirò soldato.
Ma di nuovo gli usati treni
porteranno i giovani soldati
lontano a morire dalle madri.
Se viene la guerra
non partirò soldato.
Sarò traditore
della vana patria.
Mi farò fucilare
come disertore.
Mia nonna da ragazzino
mi raccontava:
"Tu ancora non eri nato. Tua madre
ti aspettava. Io già pensavo
dentro il rifugio osceno
ma caldo di tanti corpi, gli uni
agli altri stretti, come tanti
apparenti fratelli, alle favole
che avrebbero portato il sonno
a te, Dio non voglia!,
non veda più guerre".
DARIO BELLEZZA
Disprezzo profondamente chi è felice di marciare nei ranghi e nelle formazioni militari al seguito di una musica: costui solo per errore ha ricevuto un cervello; un midollo spinale gli sarebbe più che sufficiente. ALBERT EINSTEIN
IL SANGUE
Chi può versare
Sangue nero
Sangue giallo
Sangue bianco
Mezzo sangue?
Il sangue non è indio, polinesiano o inglese.
Nessuno ha mai visto
Sangue ebreo
Sangue cristiano
Sangue musulmano
Sangue buddista
Il sangue non è ricco, povero o benestante.
Il sangue è rosso
Disumano è chi lo versa
Non chi lo porta.
NDJOCK NGANA (Camerun 1952)
OPERAIO IN UNA FABBRICA D'ARMI
Non influisco sul destino
del globo,
non sono io che incomincio
le guerre.
Sono con te o contro di te -
non lo so. Non
pecco.
Tornisco minuscole viti e
preparo frammenti
di devastazione,
e non abbraccio l'insieme,
non abbraccio il destino
dell'uomo.
Io potrei creare un altro
insieme,
altro destino (ma come
farlo senza frammenti)
di cui io stesso,
come ogni altro uomo,
sarei la causa integra
e sacra
che nessuno distrugge
con le azioni,
né inganna con le parole.
Il mondo che io creo non è
buono
eppure non sono io che lo
rendo malvagio!
Ma questo basta?
KAROL WOJTYLA (1957)
Il capitalismo porta con sè la guerra, come le nuvole portano con loro la pioggia. JEAN JAURES
PROMEMORIA
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
peparare la tavola,
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.
GIANNI RODARI
BAMBINO DELLA GUERRA
Bambino della guerra
i tuoi occhi sono inquieti e il tuo cuore
batte forte.
Piccolo monello rotto di freddo
sotto il muro sfondato della casa senza finestre
tu tremi
io avrei voluto
riscaldare il tuo magro corpo ghiacciato e tremante
e come una bella storia - c'era una volta -
sotto le ceneri della terrazza in rovina
apparecchiarti la tavola.
Fouzieh Rahgozar
poetessa afgana contemporanea
E' con i poveri, che i ricchi fanno la guerra. LUIS BLANC
.....Corro e busso alla porta di un'isba. Entro.
Vi sono dei soldati russi, là. Dei prigionieri? No. Sono armati. Con la stella rossa sul berretto! Io ho in mano il fucile. Li guardo impietrito. Essi stanno mangiando intorno alla tavola. Prendono il cibo con il cucchiaio di legno da una zuppiera comune. E mi guardano con i cucchiai sospesi a mezz'aria. - Mnié khocestsia iestj, - dico. Vi sono anche delle donne. Una prende un piatto, lo riempie di latte e miglio, con un mestolo, dalla zuppiera di tutti, e me lo porge. Io faccio un passo avanti, mi metto il fucile in spalla e mangio. Il tempo non esiste più. I soldati russi mi guardano. Le donne mi guardano. I bambini mi guardano. Nessuno fiata. C'è solo il rumore del mio cucchiaio nel piatto. E d'ogni mia boccata. - Spaziba, - dico quando ho finito. E la donna prende dalle mie mani il piatto vuoto. -Pasausta, - mi risponde con semplicità. I soldati russi mi guardano uscire senza che si siano mossi. Nel vano dell'ingresso vi sono delle arnie. La donna che mi ha dato la minestra, è venuta con me per aprirmi la porta e io le chiedo a gesti di darmi il favo di miele per i miei compagni. La donna mi dà il favo e io esco.
Così è successo questo fatto. Ora non lo trovo affatto strano, a pensarvi, ma naturale di quella naturalezza che una volta dev'essere stata tra gli uomini.
Dopo la prima sorpresa tutti i miei gesti furono naturali, non sentivo nessun timore, nè alcun desiderio di difendermi o di offendere. Era una cosa molto semplice. Anche i russi erano come me, lo sentivo. In quell'isba si era creata tra me e i soldati russi, e le donne e i bambini un'armonia che non era un armistizio. Era qualcosa di molto più del rispetto che gli animali della foresta hanno l'uno per l'altro. Una volta tanto le circostanze avevano portato gli uomini a saper restare uomini.
Chissà dove saranno ora quei soldati, quelle donne, quei bambini. Io spero che la guerra li abbia risparmiati tutti. Finché saremo vivi ci ricorderemo, tutti quanti eravamo, come ci siamo comportati. I bambini specialmente. Se questo è successo una volta potrà tornare a succedere. Potrà succedere, voglio dire, a innumerevoli altri uomini e diventare un costume, un modo di vivere..
MARIO RIGONI STERN da "Il sergente nella neve" pag.132/133.
NASCERANNO UOMINI MIGLIORI
Nasceranno da noi
uomini migliori.
La generazione
che dovrà venire
sarà migliore
di chi è nato
dalla terra,
dal ferro e dal fuoco.
Senza paura
e senza troppo riflettere
i nostri nipoti
si daranno la mano
e rimirando
le stelle del cielo
diranno:
"Com'è bella la vita!"
Intoneranno
una canzone nuovissima,
profonda come gli occhi dell'uomo
fresca come un grappolo d'uva
una canzone libera e gioiosa.
Nessun albero
ha mai dato
frutti più belli.
E nemmeno
la più bella
delle notti di primavera
ha mai conosciuo
questi suoni, questi colori.
Nasceranno da noi
uomini migliori.
La generazione
che dovrà venire
sarà migliore
di chi è nato
dalla terra,
dal ferro e dal fuoco
NAZIM HIKMET
Lontana da me, ma sempre in fondo al mio cuore, è rimasta una strada azzurra e lì un palazzo rosso, dove io vivevo.
Lì sono rimasti i miei pensieri e i miei desideri, sparsi qua e là, per una strada azzurra.
Sono rimasti i miei primi passi, gli anni di ragazza e quelle delle scuole, le passeggiate, le risate, la vita. E' rimasto tutto ciò che ho amato, di cui mi rallegravo, per cui vivevo.
E' restato tutto là .... per cosa?
Non capirò mai perchè le persone sparano, gli uni sugli altri, il vicino al vicino, l'amico all'amico, e solo perché siamo serbi, croati o musulmani.
E tutti camminano sulla stessa terra, lo stesso sole ci riscalda, respiriamo la stessa aria.
Voglio dimenticare tutto il male, ma il dolore rimane.
Tutto fa male, il cuore sanguina, non c'è più gioia nei miei occhi, tristezza e malinconia hanno preso il suo posto. Nel mio cuore resta la strada azzurra, resta il ricordo. Io ricordo soltanto!
Non sarà mai più come prima, e non sono le stesse persone, dove vivo. Non arrivano a capire, a sentire il mio dolore. Te ne accorgi dai loro sguardi attoniti, i loro sorrisi cinici, di incomprensione.
Nessuno può capire che sono dovvuta partire, perché non potevo restare.
E ora, voglio solo chiedere a queste persone perchè li disturbava la mia felicità e una piccola strada blu.
Trkulja Ljiljana
(Tuzla - Kamp Mala Krsna 11313)
Questo è uno dei tanti scritti raccolto nei campi profughi dalle donne in nero di Belgrado.
La donne in nero sono in tutto il mondo e operano per la pace in situazioni di guerra.
Questa sera, 30 novembre 2009, il prof. Veronesi è stato ospite della trasmissione televisiva "Che tempo che fa" dove è stata data notizia del convegno, degli scienziati di tutto il mondo, per la pace, che si terrà a Milano in novembre, ed afferma, oltre ad altre ed imortanti considerazioni, che saranno le donne il motore trainante per espandere e consolidare in modo radicale il concetto culturale e antropologico della pace. (Vogliamo credere in questo messaggio di speranza).
Ti sorpenderesti amico mio,
a sapere che a questo mondo
ogni arma è stata bandita.
Il razzismo stolido e bieco
è stato estirpato!
Giustizia e libertà
finalmente hanno prevalso.
L'obbedienza compiacente ed ipocrita
su questa terra non è più una virtù.
I ricchi in questo giorno straordinario
stanno dividendo in parti uguali
i loro averi
e lasciando con un palmo di naso
i menagramo saccenti ne fanno partecipi
i diseredati più poveri.
Filamente, amico mio,
legge è diventata soltanto
pace e solidarietà
senza mercede.
Non ti sorprendere, amico mio, così tanto!
stavo solo scherzando!
stavo portandoti in giro.
Devi sapere che l'arroganza dei disonesti
in questi tempi bui domina e ammalia
con una spudoratezza mai vista,
l'arrivismo più bieco,
la superbia di sempre.
Ormai ti troveresti persino in difficoltà
a capire e a parlare:
il potere riesce a stravolgere con impudenza
anche il senso delle parole:
pace è diventata
guerra continua,
la tortura è entrata a far parte
della nostra etica più avanzata.
Assolutamente sorprendente
ormai è diventato soltanto
immaginare un mondo diverso:
Elementare nella sua semplice ragionevolezza
il mondo che con ingenuità inestimabile
io e te, amico mio,
volevamo apprestare un giorno,
con generosità,
alla gentilezza.
PAOLO BORSONI
Questo sito è una scatola magica
Bisogna convertire l'avversario ad aprire le sue orecchie alla voce della ragione. GANDHI
SCIENZE for PEACE
Prima conferenza mondiale
20 - 21 novembre 2009
vedi su: http://www.avoicomunicare.it/
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20 - 21 novembre 2009
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